Dei discepoli chiesero ad abba Giovanni: “Abba, è bene predicare la parola in ogni tempo?”.
“Sì, è bene” rispose l’abba “ma meglio è farlo con chi piange per non correre il rischio di far ridere”.
Dei discepoli chiesero ad abba Giovanni: “Abba, è bene predicare la parola in ogni tempo?”.
“Sì, è bene” rispose l’abba “ma meglio è farlo con chi piange per non correre il rischio di far ridere”.
Dei fratelli provenienti da una laura si fermarono presso la cella di abba Giovanni e chiesero: “Abba, quando rinneghiamo noi stessi come ci ordina il Signore?”.
“Quando imprecando e giurando come Pietro diciamo: Non conosco quell’uomo!” rispose l’abba.
Un fratello molto giovane e inesperto chiese ad abba Giovanni: “Abba, chi è il mio prossimo?”. Abba Giovanni, senza distogliere gli occhi dalla corda che stava intrecciando, disse: “Colui al quale mai devi dire io ti salverò, perché perderai te stesso”.
Un fratello si recò presso la cella di abba Giovanni e chiese: “Abba, quando abbiamo compiuto una dura ascesi?”
“Quando andiamo incontro alla morte pieni di vita” rispose l’abba.
Un giovane monaco si recò presso la cella di abba Giovanni e chiese: “Abba, cosa significa essere estranei?”. Abba Giovanni, senza distogliere gli occhi dalla corda che stava intrecciando, disse: “Comportarsi da savio per essere giudicato stolto”.
Non l'hai udito? Da lungo tempo ho preparato questo; dai tempi antichi ne ho ideato il progetto; e ora ho fatto in modo che si compia (2Re 19,25)