Il latino deve molto al greco dal quale ha attinto molti lemmi, talvolta traslitterandoli semplicemente. La parola che riassume tutta la scienza che caratterizza la nostra epoca deriva da scientia, cioè dal latino, ma fu lemma proprio o derivante dal greco? Che ne è se semplicemente lo traslitteriamo dal greco cercando quella che molti considererebbero una folle, ridicola etimologia?
E’ così che noi la scientia latina la scriviamo, traslitterandola, σκεντια e ne calcoliamo il valore ghematrico che è 586, lo stesso che avremmo con ὄφις (serpente). Non crediate che siano lemmi distinti, lontani nei significati, perchè Agostino traduceva in Genesi il serpente come il “più sapiente” di tutte le creature, cioè uno scienziato.
Inoltre è conoscenza diffusa nella teologia la dicotomia tra scienza e sapienza, quando la prima caratterizza l’uomo; la seconda Dio, nel senso che l’una proviene dall’umanità, la seconda procede dal divino.
Come vedete l’ambito teologico e semantico è molto unito nel dirci che σκεντια e ὄφις hanno ambiti comuni che legano l’uno all’altro e per questo, forse il trait d’union sta proprio nel numero, nel 586 che ci parla di scienza e di serpente (uno in particolare), ma anche dell’esilio babilonese che noi sappiamo essere datato dalla scienza con il 586 a.C. gettando completamente fuori asse la cronologia biblica che a causa sua striscia ai piedi del secolo, altrimenti solida e affidabile con il suo originale 505 a.C.
Insomma quel 586 a.C. la sa lunga, lunga quanto una lingua biforcuta di un serpente o, forse, di uno scienziato che di fronte alle evidenze si arrende alla vulgata, non quella di Girolamo, poveretto, ma del serpente che ha avvelenato la storia consegnandola a spasmi talvolta drammatici, ma anche comici come i 52 giorni letterali per la ricostruzione delle mura di Gerusalemme che avevano subito due anni di assedio e oltre 100 di abbandono.
Essi, i 52 giorni, sono il frutto più maturo della scienza che si è insinuata nelle Scritture, ignorando perfino il fatto che esse sono esclusivo pascolo di quelle creature -così le definirebbe Agostino- certamente prive di qualsiasi ambizione scientifica, ma proprio per questo caratterizzate dalla sapienza, Insomma un’altra storia, un’altra epoca perchè signora d’altri tempi, Σοφία.