Il post di ieri, dedicato al sostantivo γηνησηις può dar adito a dei dubbi, il primo dei quali è certamente il ricorso, nel calcolo ghematrico, al nominativo plurale, cosa per altro già accaduta per un identico valore: quello di υιος (figlio).
Il suo plurale è υιοι e coincide con 490 se calcolato, quando 490 è la ghematria greca di “chiave di Davide”. Il nominativo plurale, quindi, non si perde, cioè esprime anch’esso un significato, cosa che fa anche il plurale di γηνησις.
Nulla di nuovo, quindi, e forse addirittura interessante perchè noi fino ad ora, tranne le due eccezioni, siamo ricorsi solo al nominativo singolare, quando forse il calcolo ghematrico si spinge oltre, sino al plurale.
Un altro dubbio potrebbe sorgere circa il ricorso alla datazione doppia, ma ricordo che l’eclissi descritta da VAT 4956 necessita di tale datazione, perchè essa dipende dal ricorso alla datazione astronomica o meno.
Infatti anche la datazione ufficiale dell’evento la introduce datando l’eclissi nel 568/567 a.C. sempre considerando l’anno astronomico o meno. Anche in questo caso, quindi, non abbiamo forzato assolutamente nulla, ma abbiamo rispettate regole che altri prima di noi hanno osservato.
Sin da ieri volevo linkare a un mio precedente articolo circa l’importanza dell’anno 487/486 a.C. che ho definito come l’anno che riscriverà la storia, perchè da esso dipende l’intera cronologia biblica e del Vicino Oriente Antico, il quale secondo la Bibbia ha visti gli eventi accaduti 81 anni dopo rispetto alla datazione attuale, tanto che non solo la storia cambia, ma anche la geografia.
Insomma una rivoluzione che coinvolgerebbe la parte più sensibile della cronologia tutta, come la figura di Ciro che rimarrebbe completamente spiazzata cronologicamente, dando ragione alla Bibbia che sì, lo cita, ma obtorto collo, perchè l’intero suo impianto cronologico profondo lo nega.
Già questo vi dà la misura di cosa non possa quel γηνησηις, cioè la genesi (storia) di quel Figlio che veramente ha uniformato la storia tanto da presentarsi ad essa con un identico valore ghematrico, e permettendo a essa di non essere più vittima di una versione artefatta.
Tutto questo dimostra che non è un caso che il sostantivo γηνησηις (storia) coincida ghematricamente con l’anno che rivoluzionerà la storia stessa, dando luogo a una nuova γηνησις se ripristiniamo tutte quelle “eta” sostituite nel lemma con le epsilon, tanto che possiamo benissimo parlare di una nuova “età” storica.